Post Produzione..

Dovremmo usarla oppure no? Se sì, fino a che punto? Probabilmente è impossibile trovare delle risposte che ci mettano tutti d’accordo.
Da quando i software di fotografia e di editing si sono resi disponibili a tutti, c’è stata una vera rivoluzione nel mondo della fotografia. Di certo è che la quantità (e la qualità) di post richiesta, dipende dallo stile e dalle preferenze personali del fotografo.

Non spetta a nessuno giudicare
(salvo ai clienti se ciò viene svolto per lavoro ovviamente)

In questo articolo, ho deciso di parlare dei principali errori di post produzione che ho commesso nel corso degli anni.
L’obiettivo è quello di far tuoi  questi semplici suggerimenti in modo che ti aiutino a migliorare il bagaglio tecnico ed a puntare a realizzare foto più ricercate, soprattutto se sei alle prime armi nell’utilizzo della post produzione inerente alla fotografia di paesaggio.
 (in realtà tutti hanno sempre da imparare ed alcuni consigli possono tornare utili anche ai paesaggisti più avanzati 😛 )

PREMESSA

Il mondo della fotografia vive di molte contrapposizioni fra appassionati ma anche fra professionisti: c’è chi preferisce il colore al bianco e nero, un marchio rispetto all’altro, la mirrorless o la reflex, ma gli animi si accendono veramente (più fra gli appassionati che fra i professionisti, a dire il vero…) quando si tocca il discorso della post produzione, per molti oggi sinonimo di “usare Photoshop”, sottintendendo con malcelata seccatura un comportamento scorretto, di chi gioca sporco.

La rivoluzione digitale è arrivata in modo dirompente nel mondo della fotografia, seminando scompiglio e disordine anche in molte certezze. 

Fino alla pellicola esistevano due figure ben distinte per arrivare al risultato finale, quasi sempre una foto su carta: il fotografo e lo sviluppatore/stampatore, raramente incarnate dalla stessa persona. L’eccezione è solo il fotografo delle origini  e poco oltre, più simile alla figura di un fotografo/chimico che provava in diversi modi a fare da sé, poi sono arrivate figure specializzate. Oggi quasi sempre chi scatta si occupa anche della post produzione, dovendosi spesso giustificare agli occhi dei “puristi dello scatto”.

Se stai leggendo questo articolo vuol dire che tu, come me, non hai pregiudizi sull’utilizzo di questo strumento che a mio avviso permette di esprimere maggiormente la propria visione artistica  e di personalizzare ulteriormente

#1 PHOTOSHOP O LIGHTROOM ?

Sebbene Lightroom e Photoshop siano entrambi programmi di editing fotografico digitale con molti crossover funzionali, sono progettati per soddisfare esigenze diverse e raggiungere obiettivi diversi.

Ad alto livello, Lightroom è lo strumento migliore per gestire ed elaborare le migliaia di foto che risiedono sui tuoi dispositivi.

Photoshop è specializzato in un maggiore controllo per ottenere modifiche più estese che ti aiuteranno a rendere impeccabili alcune immagini.

A volte, non è il caso di quale strumento utilizzare, ma quando utilizzare ciascuno o entrambi nel processo di post-produzione.

LIGHTROOM

ORGANIZZAZIONE

Una delle funzionalità più importanti di Lightroom è la gestione delle immagini.
Molti fotografi iniziano il processo di editing con Lightroom, perché eccelle nella gestione di grandi quantità di foto, così da poter svolgere più lavoro più rapidamente.
Si può organizzare, gestire e trovare le foto in modo efficiente in un catalogo simile a una libreria.
Valutare le foto  per identificare gli scatti migliori e lavora con album e raccolte per gestire servizi fotografici e progetti.

SVILUPPO

Dopo aver importato i file, si passa al modulo Sviluppo per migliorare e modificare le foto.
Qui puoi modificare le tue impostazioni per migliorare ogni aspetto della foto.
Migliorare la luce e il colore, correggere la prospettiva, aumentare la nitidezza e aggiungere effetti creativi per enfatizzare le nostre immagini

Lightroom utilizza la modifica non distruttiva, il che significa che puoi apportare modifiche a una foto senza alterare permanentemente il file originale. Se lavori con file raw, trarrai vantaggio dalla flessibilità che le immagini raw ti danno durante la modifica, senza perdere i dati originali. Lo stesso vale per iniziare a lavorare in Lightroom con file JPEG.

 

PHOTOSHOP

RITOCCO

Photoshop offre strumenti di modifica volti ad alterare l’aspetto e il contenuto di una foto in misura molto maggiore rispetto a Lightroom.
Puoi rimuovere gli oggetti che distraggono con la tecnologia Content-Aware o combinare più foto per un composito, creando immagini surreali o fotorealistiche da più foto.
Filtri , livelli, mascheratura e controlli di trasformazione di Photoshop sono gli elementi costitutivi di base per la modifica delle immagini.

LIVELLI

Come i flussi di lavoro di Lightroom non distruttivi, puoi lavorare in modo non distruttivo in Photoshop sfruttando i livelli e gli oggetti avanzati. Si può editare sull’immagine utilizzando livelli e mascheratura dei livelli, che possono essere regolati e perfezionati, sapendo che i livelli contengono le informazioni originali dell’immagine.


Potresti avere un livello per la regolazione del colore o del bilanciamento del bianco, un livello che regola la luminosità di una zona specifica, un livello per accentuare la nitidezza tutti impilati sopra l’immagine originale.
I livelli possono sembrare un concetto difficoltoso da apprendere rispetto ai cursori di regolazione universali di Lightroom, ma sono eccellenti per la gestione del lavoro di post-produzione.

 

#2 USARE UNO SCHERMO NON CALIBRATO

Devi assicurarti che i colori che stai guardando sullo schermo siano reali e appaiano uguali su tutti gli schermi.

Un processo un po’ complicato sarebbe quello di condividere un’immagine su dispositivi diversi e di esaminarla per assicurarsi che vengano utilizzati i colori giusti per la modifica.
Funzionerebbe se si dispone di poche immagini, considerando di averne molte o di dover fare questo procedimento in maniera abituale, è necessario assicurarsi che lo schermo sia calibrato correttamente.
Per risolvere questo problema esistono degli appositi strumenti di calibrazione che vengono chiamate sonde, una volta installato il software sono necessari pochi passaggi guidati per ottenere dei risultati perfetti.

Io posseggo la sonda Spyder X Pro della Datacolor, un must have per gli appassionati di fotografia che desiderano sempre avere uno schermo calibrato per evitare qualsiasi problema legato ai colori ed alla luminosità delle foto

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#3 CERCARE DI RECUPERARE L’IMPOSSIBILE

Molto spesso si commette l’errore di pensare che, facendo un solo scatto in situazioni di luce molto difficili, grazie all’aiuto dei software di post produzione si possono risolvere i nostri problemi
Purtroppo, seppur la tecnologia negli ultimi anni ha fatto degli enormi passi in avanti, essi nella maggior parte delle situazioni non sono sufficienti
Quando si stressa troppo il file raw nel cercare un recupero disperato di informazioni inesistenti, il rischio è quello di creare artefatti e rumore digitale a discapito della qualità della nostra foto

Per evitare tutto ciò è fondamentale dedicare del tempo nello studio della tecnica fotografica e in quella di particolari flussi di editing in post produzione
Infatti è possibile in situazioni di luce molto contrastata, realizzare più scatti con la stessa inquadratura ma esposizione diversa che poi successivamente saranno uniti in photoshop grazie all’utilizzo delle maschere e dei livelli
Questa tecnica non è da confondere con l’HDR

#4 DARE NITIDEZZA PER CORREGGERE LA MESSA A FUOCO

È necessario comprendere che la nitidezza e la messa a fuoco sono due elementi diversi e non è possibile migliorare la messa a fuoco aumentando la nitidezza dell’immagine.
Piuttosto creerebbe più rumore e si perderebbero molti dettagli vitali dell’immagine.

Anche in questo caso, è necessario agire bene in fase di scatto per evitare problemi difficilmente (per non dire affatto) risolvibili in fase di post produzione, bisogna avere un buon controllo della messa a fuoco, della profondità di campo e del diaframma

Anche prestando la massima attenzione, ci sono situazioni nelle quali non è sufficiente tutto ciò per avere delle foto tutte perfettamente a fuoco magari perchè stiamo componendo con  un primo piano molto vicino alla lente.
Photoshop corre in nostro aiuto dandoci la possibilità di combinare con le maschere ed i livelli più foto così da poter risolvere agevolmente il problema, questa tecnica si chiama Focus Stacking

#5 GESTIRE MALE I COLORI

La gestione dei colori in post produzione è un altro aspetto da non sottovalutare affatto
LESS IS MORE

E’ comune la tendenza di immaginare più bella una foto con colori più saturi o più vividi, di conseguenza i vari cursori che gestiscono questi aspetti spesso vengono abusati
Se la scena presenta naturalmente dei bei colori è un discorso, altrimenti il consiglio è quello di non intraprendere percorsi tortuosi che potrebbero rovinare lo scatto

Un altro aspetto da tenere in considerazione è il fatto che non tutti i colori stanno bene insieme.
Sia in fase di scatto che in fase di post produzione bisogna fare attenzione che i colori non siano in contrasto tra di loro onde evitare un risultato poco gradevole.

Inoltre i colori possono essere utilizzati per trasmettere un particolare mood alla nostra foto.
Per esempio, a parità di immagine, dei colori freddi renderanno l’atmosfera più triste e tetra, dei colori caldi comunicheranno maggiore tranquillità e calma.

#6 ESSERE IPER PROTETTIVI

In primis, i fotografi iperprotettivi non dovrebbero condividere il proprio lavoro online.
Sono così spaventosamente terrorizzati di vederselo rubato che si assicurano che chiunque lo trovi online non solo non possa rubarlo… francamente non lo vorrebbe nemmeno
Lo fanno in due modi principali:

FIRMA INVADENTE

Ce ne accorgiamo quando la vediamo..
e per vederla intendo dire che non si può fare a meno di vederla.
Bisognerebbe evitare che la firma distolga l’attenzione dalla foto
Meglio piccola, in punti defilati o comunque che non copra elementi di interesse

FILE MINUSCOLI

Poche cose sono più deludenti che vedere l’anteprima di una bella foto sui social o sui siti per poi fare clic sulla miniatura e scoprire che la miniatura è quasi più grande del file intero.

Il file di certo non va caricato a dimensioni originali, ma rispettare le misure standard imposte dalle piattaforme sarebbe il minimo sindacabile

Scherzi a parte, molti si rivedranno un po’ nel fotografo iperprotettivo.
È avvilente quando qualcuno ci ruba le nostre foto o i nostri lavori pubblicati.
Ma perché condividere i nostri lavori online se sono troppo piccoli o nascosti da loghi e firme per poterne godere ?
Se vogliamo sfruttare i vantaggi di esporre i nostri lavori alla vasta comunità online, bisogna mettere in conto che potrebbero essere rubati e riutilizzati

#7 IL BIANCO E NERO NON RISOLVE TUTTI I PROBLEMI

Non tutte le foto sono idonee al bianco e nero
La scelta di non includere i colori all’interno della nostra immagine dovrebbe essere fatta già in fase di scatto
Anche se il bianco e nero è adatto a un’ampia varietà di soggetti, bisogna tener conto di alcuni punti per dare un impatto maggiore alla vostra foto

TEXTURE
spesso valorizzata dal bianco e nero, la texture ha la tendenza a essere oscurata dal colore. Pensate al legno, alla pietra, alle foglie, alle rughe della pelle o al contrario alla pelle di pesca di una giovane ragazza. Una foto bianca e nera metterà in risalto l’intensità di tutte le texture,

FORME
in particolare quelle che si ripetono o le forme simmetriche che si ritrovano nella natura. Provate ad immaginare una foresta di alberi molto dritti, la risacca delle onde, e di altre spirali naturali.  Sono anche le forme che consentono di avere belle immagini senza colori,

PATTERN
un motivo che si ripete è spesso ottimale per un’immagine in bianco e nero,

LINEE
soprattutto per l’architettura. La foto di una strada di ciottoli in bianco e nero avrà un’intensità maggiore che a colori. Gli interstizi tra le pietre risultano più scuri, le pietre, più chiare con tutte le sfumature di grigio possibili. Idem per un edificio in pietra.

Inoltre non bisogna limitarsi a convertire la foto in bianco e nero con sempici strumenti e/o peggio con dei preset
Esistono molti metodi per applicare dei b&w ben contrastati e carichi
Approfondire la tematica può portare ad una sicura crescita nel genere ed a risultati nettamente migliori

#8 NON CONOSCERE I PROGRAMMI E NON AVERE UN FLUSSO DI LAVORO

Bisogna conoscere il software che si sta utilizzando.
Riuscite ad immaginare un pittore che non sa usare il pennello, combinare i colori o scegliere la giusta tela per il proprio quadro ?
Quando si inizia a usare un nuovo programma, si vedono così tante funzioni e pulsanti da mettere in difficoltà chiunque si approcci

Anche se si è conoscenza di qualche strumento e comando, ciò non riduce il problema poiché ci sono molti processi coinvolti nella modifica di un’immagine.

Per iniziare ad avere buoni risultati, bisogna continuare a conoscere le funzionalità del software (almeno il funzionamento base),
quindi l’errore qui è non prestare molta attenzione alla parte di apprendimento che potrebbe limitare la crescita del tuo editing e quella qualità che stai cercando di ottenere nelle tue immagini.

Nella sezione CORSI ONE TO ONE del mio sito puoi trovare alcuni percorsi formativi che consiglio agli appassionati di fotografia di paesaggio e di post produzione.
I miei corsi sono personalizzati ed individuali, questo vuol dire che il programma del corso verrà deciso insieme a te sulla base delle tue conoscenze pregresse così da evitare di trattare argomenti che già conosci o troppo avanzati per le tue abilità, inoltre non ci saranno perdite di tempo e distrazioni derivanti dalla partecipazione di altri utenti.

Spero che questi consigli ti possano tornare utili ad evitare alcuni degli errori più frequenti che vengono commessi in post produzione !!
Ti aspetto al prossimo articolo